Venerdì 24 aprile, ore 21.00
Il pensiero umano si sviluppa per opposti. Comprendiamo cosa è il giorno perché vediamo la notte, così per il caldo e il freddo, il bianco e il nero, l’amore e l’odio, la vita e la morte.
Ogni realtà ha in sé un germe del proprio opposto, ed è proprio questo che le permette di essere compresa.
La tarantella italiana nel suo significato pagano e più ancestrale racconta un antico rito di morte e rinascita.
Gesto istintivo, animale e gesto poetico si fondono in una danza tra terra e cielo dove l’essere umano si colloca come tramite, come dualità fisica e spirituale capace di emozionare.
Partendo dal mito di Dioniso, il dio della sregolatezza, nato da Zeus (essere celeste) e Semele (essere terrestre) la performance vuole raccontate il riappropriarsi di uno scettro perduto, la memoria dei nostri avi e la memoria di sé, al fine di collocare l’uomo oltre che nel mondo fisico e materiale, nella realtà onirica altrettanto concreta e sempre eterna.
Partendo dall’esecuzione della “Calunnia” dal Barbiere di Siviglia di Rossini, eseguita da Gianni Bruschi accompagnato da Marco Lazzeri al pianoforte e da Marna Fumarola al violino, assisteremo ad una discesa nell’incubo e negli inferi per riportare alla luce la propria volontà di ripresa e rinascita, fino ad una simulata Apoteosi mistica passando dalla sofferenza alla passione.
Interpreti, gli allievi dello Spring Dance Program 2015 presso l’Accademia dell’Arte di Arezzo: Meredith Clemons, Alaysia Corley, Martha (MJ) Hodge, Julia Larcenaire, Trent Montgomery, Raven Nee, Kyra Smith, Lea Torelli
Coreografie a cura di Ashai Lombardo Arop e Caterina Testi
Adattamento e Direzione Artistica a cura di Gianni Bruschi
Alla fine della performance, si esibirà il Monkey Brain Trio